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Il cibo come soddisfacimento di un bisogno naturale, indispensabile per
il vivere. La definizione è apparentemente semplice e immediata, ma
appena si riflette, anche in modo molto superficiale, ci si accorge che
non tutti soddisfano questo bisogno allo stesso modo. Ci sono , sociali,
religiose, personali, per gusto, salute, disponibilità economiche. Un
mondo che tutti credono di conoscere ma nella realtà è tutto da
scoprire. Al liceo sociopedagogico G. Mazzini della Spezia tutto questo
è diventato un progetto di studio che dura tre anni, e che si svolge in
collaborazione, per la parte pratica, con l’Accademia del gusto. Le
lezioni si tengono nell’aula attrezzata del liceo, prevista nelle tre
fasi. Le allieve delle terze, 3H, 3D, 3G, con le professoresse Daria
Cacace, Lietta Noceti e Gabriella Raschi, utilizzando testi, documenti
letterari e le risorse digitali, per esprimere e rappresentare i
contenuti, approfondiscono le fonti storiche, letterarie, sociali e
realizzano scene di cene storiche. Un lavoro dinamico e molto
interessante che si sviluppa all’interno di altre materie di studio.
Vengono analizzati i testi di Virgilio, Catullo, le scene della cena di
Trimalchione di Petronio, lo studio delle condizioni sociali, economiche
e religiose di Roma alla fine dell’età repubblicana e nella primissima
età imperiale. Per la parte pratica, l’Accademia del gusto nei giorni
scorsi ha organizzato una lezione teorica e pratica per la degustazione
di alcuni oli. Ad accompagnare Mario Lalli, grande esperto del settore,
presidente di commissioni per l’assegnazione delle Doc e Dop degli oli,
c’era Franco Carozza e Elisabetta Niccolai. Le 63 studentesse erano
accompagnate dalle tre insegnanti che coordinano il progetto e
dall’insegnante di francese Maria Grazia Bello, che insieme alle tre
colleghe, aveva organizzato il viaggio in Francia per le ragazze che
seguono il percorso nella letteratura francese. Elisabetta Niccolai
responsabile del Centro studi e ricerca dell’ “Accademia del gusto” ha
tracciato il percorso storico dell’olio e del burro nel Medioevo
(periodo storico di riferimento) evidenziando come la presenza
dell’olivo in questa zona del Levante genovese fosse anche un momento di
riscatto e di risorsa economica. Le insegnanti hanno ripercorso le
letture di Dante, in particolare il canto di Ciacco, la questione del
mangiare in bianco e delle torri del burro nel gotico francese.
Mario Lalli, prima di entrare nel vivo della degustazione, ha fatto
un’analisi accurata della presenza dell’olivo oggi in tutta la fascia
del Mediterraneo e degli insediamenti negli Stati Uniti,Argentina,
Australia, Sud Africa, Nuova Zelanda, Cile e anche in Cina. “A tutt’oggi
– ha detto Lalli – la grande produzione mondiale rimane comunque
incentrata nei Paesi del Mediterraneo e Medio Oriente”.
Interessantissima è stata la degustazione e il raffronto tra alcuni oli
per evidenziare bontà e difetti. Le ragazze e le insegnanti erano
felicissime. Molte le domande e le richieste di ulteriori spiegazioni,
tanto da concordare una “seconda puntata”. Alcune lezioni pratiche, con
allieve e insegnanti, relative ai piatti tipici, l’Accademia del gusto
le proporrà direttamente in alcuni ristoranti della zona.
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