ACCADEMIA
DEL GUSTO LA SPEZIA 2006 |
IL MIRACOLO DELLA CORNABUGIA E IL TREMOEO
Gabriella Molli è tornata sulla retta via.
Gabriella Molli è tornata sulla retta via. Ne siamo veramente felici. Dopo aver svolazzato come una farfalla, da una cucina creativa all’altra, passando da tutti i tipi di cucine rivisitate, rimescolate, inventate, fantasticate, scopiazzate e persino col delitto in tavola, pare che abbia rimesso giudizio e sia tornata a casa da dove era partita: dalla cucina della nonna, con “ricette gastronomiche rigidamente locali” come scrive Amerigo Lualdi sulle pagine locali del Secolo XIX . In pratica, lo ricordo agli Accademici del gusto, sono le ricette che per scelta culturale, abbiamo valorizzato, sostenuto e protetto da sempre, prima all’interno dell’Accademia Italiana della cucina fino al 2005 e poi (dopo la svolta innovativa, creativa e fantasiosa, della delegata Curre Caporuscio), con il grande lavoro svolto con l’Accademia del Gusto, che ha proseguito con la promozione e la difesa dei piatti tipici, tutto il lavoro iniziato negli anni sessanta. Appassionati e veri estimatori della cucina tipica spezzina, della Riviera, di Lerici, di Vezzano, di Santo Stefano Magra e della Lunigiana hanno sottoscritto idealmente un patto d’amore con la cucina tipica, mettendo sempre le mani nel proprio portafogli, andando alla riscoperta di quei piatti che ancora oggi, senza temere confronti, raccontano la storia di questo territorio. Chi ha buona memoria ricorda invece gli articoli della Gabriella Molli, che abbiamo in archivio (piatti spezzini creativi, rivisitati con influenze ligure-sarde di Carloforte), che sono tutto un programma. Per non parlare poi delle bufale di gemellaggi inesistenti, personaggi televisivi di passaggio come Luca Giurato da Ciccio, il libretto di Zagone delle trattorie spezzine, edito da Di Cicco (edizioni 5 Terre) e spacciato come Accademia della cucina e decine e decine di articoli inneggianti ai soliti noti. Non c’è che dire: tutto è bello e buono purché se magna.