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ACCADEMIA
DEL GUSTO LA SPEZIA 2006 |
SALVIAMO LA FARINATA STORICA
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GIOVEDI
21 OTTOBRE 2010, ORE 20,45, APPUNTAMENTO ALLA
PIZZERIA "LA
PIA" , Via
Magenta, 12 -
LA SPEZIA |
Il grido d’allarme
dell’Accademia del gusto
SALVIAMO LA FARINATA STORICA
L’Accademia del gusto, di fronte alle mescolanze sfrenate che stanno “uccidendo”
l’ultimo baluardo dei piatti tipici spezzini, la Farinata, durante una
manifestazione alla “Pia”, nella sede storica di via Magenta, ha lanciato un
accorato grido d’allarme. Salviamo la farinata finché siamo in tempo. Oggi le
pizzerie ed alcuni ristoranti che vanno per la maggiore fanno la farinata con le
acciughe, con i bianchetti, con i fiori di zucca, con la cipolla, con lo
stracchino, come sfondo nella pasta al pesto, e non ultima come sfoglia per le
lasagne al ragù o al pesto. Una volgarità gastronomica. Il presidente
dell’Accademia del gusto, l’ammiraglio Giuseppe Celeste, ha ripercorso le
battaglie che l’associazione sta facendo per tutelare i piatti tipici spezzini,
citando, a proposito della farinata, un articolo, sempre attuale, del professor
emerito dell’Università del Galles, Spartaco Gamberini. “ La farinata, quella
vera la si fa solo alla Spezia – aveva scritto - . Anche qui sono pochi i luoghi
dove la si mangia nel suo genuino splendore: dal colore dell’oro antico, qua e
là lievemente brunita, il moderato spessore, morbida ma con un sottilissimo velo
superficiale che quasi crocchia in bocca, non unta, ma nutrita di olio di oliva
purissimo, è cotta, rigorosamente, al forno a legna nelle grande teglie di rame.
La farinata è un antipasto, è splendida come primo, meravigliosa come secondo,
sostituisce vantaggiosamente insalata, frutta, formaggio, dolce e grappino”.
L’articolo prosegue mettendo in guardia tutti coloro che fanno le variazioni
perché “la farinata - dice ancora Gamberini – sta in quella categoria di entità
uniche, come il teorema di Pitagora, la Gioconda, l’Arma dei Carabinieri, che
sono così o non sono”.
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Franco Carozza, garante e promotore dieci anni fa della registrazione presso un notaio e presso il Comune capoluogo delle ricette dei piatti tipici spezzini, sostiene che salvaguardando quei pochi piatti, come la farinata, la mes ciüa, la pasta alla contadina, il tegame di acciughe, lo stoccafisso, significa salvaguardare la spezzinità che è amore per questo territorio. “Chi ama la farinata – ha detto Carozza – ama questa città, la difende da chi la deturpa, da chi la stravolge, da chi le fa violenza ogni giorno”. Rifacendosi al famoso slogan “Chi vespa mangia le mele”, ha detto Carozza - si potrebbe lanciarne un altro, molto attuale “chi farinata, fa la differenziata”.
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Nella foto: Alcuni accademici con i titolari della “Pia” |